Medioevo e passione
Lunedì 2 luglio. In televisione vedo il Palio di Siena. Tutti gli anni guardo sia quello di luglio sia quello di agosto, abitudine che mi è stata trasmessa tanti anni fa dal mio primo amore adolescenziale senese.
Al di là di tutte le polemiche che si possano fare in merito all’innegabile violenza della corsa, sia per i fantini sia per i cavalli, e che comunque vengono probabilmente sollevate da chi non é senese, é sempre uno spettacolo emozionante anche se visto in tv, figuriamoci essere là nel Campo.
Mi viene voglia di passare un week-end diverso e così decido di partire per Siena.
Appena arrivata subito il cuore si apre. Una città medioevale stupenda, conservata benissimo e che ancora, a distanza di secoli, nell’era della tecnologia, conserva l’atmosfera di un tempo che è impossibile non percepire.
Ad ogni angolo senti i Senesi parlare del Palio appena corso, di chi ha vinto e di chi ha perso, dei fantini e dei cavalli, dell’estrazione vicina per correre il prossimo, tutto con una passione ed un trasporto che non ti aspetteresti. Queste persone sono legate a qualcosa che va oltre la tradizione ma che è un sentimento vero, profondo e viscerale che trovo assolutamente commovente. Di questo sentimento io ne percepisco solo un milionesimo, ma è quel tanto che basta per farmi sentire viva e felice di esserci venuta.
Il clima aiuta, il cielo é blu e il sole scotta ma una leggera brezza soffia dalle colline e dà conforto.
Nonostante l’afflusso dei turisti, soprattutto stranieri, la città rimane comunque a dimensione d’uomo, accogliente e silenziosa. E questo silenzio è rotto solo dal rullo dei tamburi del corteo degli sbandieratori della contrada del Bruco che festeggia il Patrono e che gira in visita tutte le contrade consorelle.
Vederlo dal tetto della Torre del Mangia è davvero emozionante. Il suono giunge in alto e guardando il corteo non ti accorgi della modernità circostante ma vedi e percepisci solo l’atmosfera di un tempo. E’ davvero inspiegabile, bisogna esserci per capirlo.
Non so se avrò mai l’occasione di vivere un Palio a Siena, ma quello che ho provato in due giorni di visita, e che spero di rivivere molto presto, ha sicuramente riacceso le mie emozioni ultimamente un po’ assopite.
Al di là di tutte le polemiche che si possano fare in merito all’innegabile violenza della corsa, sia per i fantini sia per i cavalli, e che comunque vengono probabilmente sollevate da chi non é senese, é sempre uno spettacolo emozionante anche se visto in tv, figuriamoci essere là nel Campo.
Mi viene voglia di passare un week-end diverso e così decido di partire per Siena.
Appena arrivata subito il cuore si apre. Una città medioevale stupenda, conservata benissimo e che ancora, a distanza di secoli, nell’era della tecnologia, conserva l’atmosfera di un tempo che è impossibile non percepire.
Ad ogni angolo senti i Senesi parlare del Palio appena corso, di chi ha vinto e di chi ha perso, dei fantini e dei cavalli, dell’estrazione vicina per correre il prossimo, tutto con una passione ed un trasporto che non ti aspetteresti. Queste persone sono legate a qualcosa che va oltre la tradizione ma che è un sentimento vero, profondo e viscerale che trovo assolutamente commovente. Di questo sentimento io ne percepisco solo un milionesimo, ma è quel tanto che basta per farmi sentire viva e felice di esserci venuta.
Il clima aiuta, il cielo é blu e il sole scotta ma una leggera brezza soffia dalle colline e dà conforto.
Nonostante l’afflusso dei turisti, soprattutto stranieri, la città rimane comunque a dimensione d’uomo, accogliente e silenziosa. E questo silenzio è rotto solo dal rullo dei tamburi del corteo degli sbandieratori della contrada del Bruco che festeggia il Patrono e che gira in visita tutte le contrade consorelle.
Vederlo dal tetto della Torre del Mangia è davvero emozionante. Il suono giunge in alto e guardando il corteo non ti accorgi della modernità circostante ma vedi e percepisci solo l’atmosfera di un tempo. E’ davvero inspiegabile, bisogna esserci per capirlo.
Non so se avrò mai l’occasione di vivere un Palio a Siena, ma quello che ho provato in due giorni di visita, e che spero di rivivere molto presto, ha sicuramente riacceso le mie emozioni ultimamente un po’ assopite.
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