Art. 32
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"
Non sono una studiosa ed è la prima volta che leggo la Costituzione della Repubblica Italiana (non é mai troppo tardi!), però mi sembra di capire che il diritto di scegliere se sottoporsi o meno ad un trattamento sanitario sia garantito. Quindi deduco sia lecito.
Il suicidio di Mario Monicelli, malato di tumore a 95 anni, dopo una vita spesa in modo pieno e dedicata alla cultura, in un certo senso é un segnale molto forte di quanto invece questo diritto in realtà non sia assicurato.
In uno stato laico e civile, la scelta tra vivere o morire, farsi curare oppure no, dovrebbe poter essere esercitata liberamente da chiunque.
Le varie polemiche che si sollevano ogni volta che qualcuno invoca questo diritto, credo possano davvero portare a conseguenti gesti estremi come quello del regista (che di fronte ad una malattia così impietosa ha pensato fosse la soluzione più indolore).
Certo occorrono molto coraggio e lucidità per arrivare a tanto, ma chi in una situazione del genere non penserebbe di farlo? Chi é senza peccato scagli la prima pietra.
Credo che chiunque si chiederebbe: perchè proprio a me?
Così, qualcuno più coraggioso di altri, decide di andarsene per conto proprio, senza aspettare di farsi portare via dalla malattia, dallo strazio, dall'agonia e sopratutto dal massacro dell'accanimento terapeutico, risparmiando tanto dolore anche ai propri familiari.
Oppure, l'alternativa, se le possibilità economiche personali lo consentono, é cercare di farsi portare in Olanda o in Svizzera e farsi dare "la dolce morte".
Per l'ex arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini (gennaio 2007), al malato grave spetta in ogni momento il diritto di far interrompere le cure che lo tengono in vita. Interrompendole – scrive il Cardinale citando il Catechismo – "non si vuole procurare la morte; si accetta di non poterla impedire".
E se lo dice Sua Eminenza, non è più solo un diritto laico, ma sacro santo.
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