Sunday, April 11, 2010

Le Cronache di Saipem: Zeta, il formicaio e le Zavorre. Ovvero: é tutta questione di Sponsor!

Main Contractor in the Oil and Gas Industry: Ammazzate! Ma dove lavori? In un ente “quasi Supremo”?
Quanta invidia può suscitare dire di lavorare in un'azienda così grande e conosciuta. Chissà quante persone, ignare di cosa ci sia dietro (“perché c'é sempre qualcosa dietro”...) vorrebbero poter lavorare qui, chissà “cosa darebbero” per avere un contratto anche a tempo determinato di qualche mese ma che arricchirebbe il loro c.v. con una nota degna di interesse.
Perdoniamoli, perché non sanno quello che dicono e pensano!
Non sanno come si lavora qui, come si è veramente considerati e valutati.
Meglio che rimangano nella loro “beata ignoranza”.
Come già detto da altri ben più autorevoli di me, è un grande formicaio, dove Zeta (in cui io mi riconosco al 100%) crede di lavorare tranquilla e serena (non felice, non esageriamo, il lavoro è pur sempre lavoro!), lavora al meglio delle sue capacità e con coscienza, ma non riesce a spiegarsi e farsi capire, così non si sente stimata e rispettata.
Le manca quella gran faccia da culo che invece tante altre formichine (meno solerti, precise e puntuali nel lavoro) hanno e che sfruttano per ottenere quanto più possibile, senza remore per e timore di nessuno.
Gli anni passano, più veloci della luce, e Zeta, benché non più giovanissima ma ancora in grado di fare, comincia a perdere le energie, la voglia di lavorare, l'interesse ad imparare cose nuove e sopratutto fa sempre più fatica ad adattarsi ai continui cambiamenti che la moderna flessibilità richiede (una volta però in pagella aveva il voto massimo in materia “di adattabilità ai cambiamenti del contesto lavorativo”!).
Così si trova, prima sporadicamente, poi sempre più spesso, ad affrontare delle crisi di identità che la confondono sempre più. Comincia addirittura a temere le prime avvisaglie di Alzheimer!
Ma poi si rende conto che, per fortuna non è mai troppo tardi, sono solo lampi di lucidità e chiarezza che, purtroppo, non ha avuto in passato (Zeta ma perché non ti sei svegliata prima? Mah! Misteri della vita!).
E capisce, che da brava formichina laboriosa e diligente, pur senza particolari velleità di carriera, se non quelle dettate da un minimo di dignità personale ed un briciolo di amor proprio, é diventata una Zavorra. Non grande, ma pur sempre un po' pesantina.
E la mega azienda, ente quasi supremo, comincia a non saper più cosa farle fare e dove piazzarla (ma non ha il coraggio di dirglielo!) e a quale capo affidarla. Non la può eliminare perché è ancora troppo giovane per essere rottamata e non avrebbe gli incentivi dallo Stato (l'azienda ovviamente, non Zeta).
Zeta soffre, si innervosisce, somatizza, si intristisce. E tutto è acutizzato dal fatto che il suo “entourage” é composto di persone che bene o male, chi più-chi meno, si sono rassegnate, lavorano come anestetizzati ed inconsapevoli e soccombono a tutto ciò. E si chiede: “Ma come fanno? Perché io non riesco a rassegnarmi, a fregarmene come fanno gli altri, a pensare solo ai 4 soldi che arrivano ad ogni 27 del mese?”. Quante volte si è detta queste parole ma non riesce a metterle in pratica. E in fondo non riesce proprio a credere che i suoi amici, quasi ridotti ad automi, possano uscire indenni da questo “girone degli inferi”. Probabilmente fingono.
Ma Zeta non riesce a fingere, e soffre. Ed arriva al punto di farsi dimezzare lo stipendio pur di stare il più lontano possibile dall'ufficio, da quella azienda verso cui, tanti anni prima, aveva anche provato un certo senso di appartenenza.
La verità si sa fa sempre un po' male, anche se è una verità vecchia come il mondo e che da sempre fa girare il mondo: è che non ha, non ha mai avuto e mai avrà il giusto SPONSOR.
Quindi ciò che serve, niente meriti, niente impegno, ma tanto, tanto sponsor.
E Zeta solo adesso te ne accorgi?
No, l'ho sempre saputo, ma sono sempre stata convinta, e mi sono sempre illusa, che nella vita se si semina bene si raccoglie bene...
Lavorare bene e con coscienza ed essere premiata? Ma dove vivi? Da dove vieni?
Evviva lo Stato di Diritto, le pari opportunità e la dignità di tutti i lavoratori.

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